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CAM Sugar x Thuono Audio pres: 'La Planete Sauvage' with Andrea Fabrizii

Recentemente abbiamo partecipato alla listening session di 'La Planete Sauvage' collaborazione con Thuono Audio, CAM Sugar e Kadmonia tenutasi al Linecheck Festival.


Una stanza - la capsula di BASE - e un giradischi al centro, lo stretto necessario per un'esperienza di ascolto immersiva e di qualità, voce della professionalità e della raffinatezza del lavoro di Thuono Audio, azienda italiana che realizza giradischi, bracci, testine e cavi high-end di alta qualità con l'obiettivo di trasformare l'esperienza musicale in una profonda e meditativa forma di piacere.

La ricerca tecnica e meccanica di Thuono Audio serve a fornire un prodotto che possa permettere di rispettare le intenzioni dell’artista e veicolare il suo messaggio nel modo più fedele possibile.

"Crediamo nell’importanza di un ascolto profondo come strumento di crescita culturale, come pratica di meditazione e benessere sia personale che collettivo, come esperienza pervasiva che coinvolge qualcosa che va oltre il senso dell’udito. Crediamo nel valore della materia come ricettacolo di informazioni e memoria, nei dischi come oggetti che rappresentano messaggi ed emozioni." - Eleonora Bonollo e Mattia Rigon, co-fondatori di Thuono Audio

Thuono Audio

A conclusione della listening session, abbiamo avuto l'onore e il piacere di intervistare Andrea Fabrizii (CAM Sugar), esperto Sync Coordinator e Sound Editor che ha introdotto questa piacevole esperienza. Una conversazione che ha portato alla luce le riflessioni e le prospettive uniche di Andrea riguardo al suo ruolo, la sua esperienza con l'etichetta e il mondo che circonda questo disco senza tempo.


Da anni, Andrea collabora con diverse label che si occupano di musica per immagini, archivi di colonne sonore, library music e non solo, tra repertori del passato e nuove produzioni. Ci ha confessato che trova molto affascinante immaginare un brano che abbia la capacità di funzionare bene su un immaginario visivo e che, secondo lui, bisogna pensare la musica che si conosce al di fuori del contesto in cui è nata, da ciò deriva la possibilità di trovare ai brani nuovi scenari di utilizzo.


Essendo profondamente coinvolto nel mondo del cinema e della musica, come affronti la cura di una listening session per un classico come La Planete Sauvage, e cosa speri che gli partecipanti possano trarre da questa esperienza?


La Planète Sauvage è un capolavoro di interazione tra immagini e musica. Laloux e Topor hanno superato i limiti, incorporando le partiture di Alain Goraguer come elemento imprescindibile per la narrazione. L'opera unisce in modo unico immagini, musica e suggestioni personali, col sound che guida in un universo onirico. Curare la listening session per questo titolo implica offrire dettagli sulla sua genesi e contesto, preparando i partecipanti a un'esperienza coinvolgente e stimolante.






Data la tua vasta esperienza con CAM Sugar, potresti approfondire il processo di editing e pubblicazione di materiale archiviato, soprattutto per colonne sonore che possiamo definire iconiche? Come bilanci la conservazione dell'essenza originale adattandoti ai formati e alle preferenze moderne?


Lavorare nell'archivio Cam Sugar è come perdersi in un mondo perfetto. Ho manipolato centinaia di titoli, andando oltre il semplice taglia-incolla dei brani. La musica, spesso più estesa della pellicola, veniva prodotta in vari formati, ma molte composizioni rischiavano di scomparire nell'oblio a causa della vasta produzione cinematografica dal 1950 agli anni '80.

Il mio compito è scavare nel passato, identificare opere inedite e dare nuova vita alle icone musicali del cinema.


Le Planete Sauvage (CAM Sugar)

La Planete Sauvage è un opera che ha resistito alla prova del tempo, vincendo il Festival di Cannes nel 1973. Cosa ti ha attratto in particolare di questa colonna sonora, e come pensi che la sua influenza sia rimasta intatta nel corso degli anni?

La mia passione per la musica ha radici nella fervente scena cinematografica degli anni '80, alimentata dall'esplosione dell'Home Video e dalla caccia ai titoli rari su VHS. La prima visione de La Planète Sauvage, grazie a un amico cinefilo, mi affascinò con le visionarie immagini di Topor. Sebbene avessi 14-15 anni, la vera rivelazione della colonna sonora avvenne anni dopo, acquistando il CD. Affascinato dal suo tono psichedelico e groovy, l'album, in perfetta sintonia con il mio gusto per hip-hop, trip-hop e downtempo, stabilì un ponte tra due epoche musicali distanti di 20 anni. L'influenza duratura della colonna sonora è merito del genio compositivo di Goraguer e del contributo di artisti affascinati dalla sua brillante avant-garde.



Le Planete Sauvage (CAM Sugar)

Le Planète Sauvage fonde diversi generi musicali in un suono armonioso e innovativo. Inoltre, la scelta di strumenti non convenzionali e il loro impatto sonoro sono rilevanti da esaminare. Ti andrebbe di approfondire da dove provengono queste influenze e come sono state integrate per creare un'opera unica?

ll sound armonioso ed innovativo, deriva dalla capacità di Goraguer di saper riunire in questa colonna sonora tutta la sua esperienza come pianista jazz, compositore e arrangiatore “pop” per Serge Gainsbourg e Jean Ferrat, intercettando le innovazioni musicali della sua epoca, come lo sviluppo della musica elettronica generata dai sintetizzatori analogici, inoltrandosi da una parte nei territori della colonna sonora classica e dall'altra attraversando tutte le contaminazioni del rock psichedelico (Jimi Hendrix, Pink Floyd, Tangerine Dream) e del jazz-funk (Isaac Hayes, Miles Davis, Herbie Hancock). Si lascia inoltre coinvolgere dalle visioni surrealiste di Roland Topor, (fondatore nel 1962 del movimento artistico Panico insieme ad Alejandro Jodorowsky e Fernando Arrabal), dalle correnti che animano la contro cultura dell'epoca e grazie ad una scrittura eclettica, all'eccellente esecuzione da parte dei musicisti ed alle tecniche di registrazione, realizza un'opera in perfetto equilibrio tra varie influenze e contaminazioni.


Le Planete Sauvage (CAM Sugar)

La Planete Sauvage ha un andamento profondo ed ossessivo che nasce dall'incontro tra strumenti acustici e suoni artificiali; sono stati utilizzati in maniera non convenzionale alcuni oggetti come sonagli, cembali, biglie, voci, vocalizzi o il rumore di una spugna bagnata; diverso utilizzo del clavinet, le chitarre tra dissonanze e riff carichi di effetti wah wah e fuzz conditi da tanto riverbero, i rumori registrati su nastro magnetico, distorti e mistificati, il sintetizzatore EMS VCS3 usato da Robert Pouret e Jean Guérin per la produzione di gran parte degli effetti sonori.



Photography: Benedetta Stefani

Editing by Alice Suppa



ENGLISH VERSION


Recently, we took part in the listening session of 'La Planete Sauvage' in collaboration with Thuono Audio, CAM Sugar and Kadmonia at the Linecheck Festival.


A room - the BASE capsule - and a turntable in the center, are just the essentials for a deep and high-quality listening experience, epitomizing the professionalism and sophistication of Thuono Audio's work. This Italian company crafts high-quality turntables, arms, cartridges, and high-end cables intending to transform the musical experience into a profound and meditative pleasure.


Thuono Audio's technical and mechanical research aims to provide a product that respects the artist's intentions and conveys its message as faithfully as possible.

"We believe in the importance of deep listening as a tool for cultural growth, as a practice of meditation and well-being, both personally and collectively, as a pervasive experience that involves something beyond the sense of hearing. We believe in the value of matter as a receptacle of information and memory, in records as objects representing messages and emotions." - Eleonora Bonollo and Mattia Rigon, co-founders of Thuono Audio.


After the listening session, we had the honor and pleasure of interviewing Andrea Fabrizii (CAM Sugar), an expert Sync Coordinator and Sound Editor who introduced this delightful experience. The conversation brought to light Andrea's unique reflections and perspectives on his role, his experience with the label, and the world surrounding this timeless record.


For years, Andrea has collaborated with various labels dealing with music for visuals, soundtrack archives, library music, and more, from past repertoires to new productions. He confessed that he finds it fascinating to imagine a track that can work well in a visual imagination, and believes in thinking about music outside the context in which it was born to discover new scenarios for songs.


Being deeply involved in the world of cinema and music, how do you approach curating a listening session for a classic like La Planete Sauvage, and what do you hope participants can gain from this experience?

La Planète Sauvage is a masterpiece of interaction between images and music. Laloux and Topor pushed boundaries, incorporating Alain Goraguer's scores as an indispensable element of the narrative. The work uniquely blends images, music, and personal suggestions, guiding the audience into a dreamlike universe. Curating the listening session for this title involves providing details about its genesis and context, and preparing participants for an engaging and stimulating experience.


Given your extensive experience with CAM Sugar, could you elaborate on the process of editing and publishing archived material, especially for soundtracks that we can define as iconic? How do you balance preserving the original essence while adapting to modern formats and preferences?

Working in the Cam Sugar archive is like getting lost in a perfect world. I've manipulated hundreds of titles, going beyond simple cut-and-paste of tracks. The music, often more extensive than the film, was produced in various formats, but many compositions were at risk of disappearing into oblivion due to the vast cinematic production from the 1950s to the '80s.

"My task is to delve into the past, identify unpublished works, and breathe new life into the musical icons of cinema."


La Planete Sauvage is a work that has withstood the test of time, winning the Cannes Film Festival in 1973. What particularly attracted you to this soundtrack, and how do you think its influence has remained intact over the years?

My passion for music has its roots in the vibrant film scene of the '80s, fueled by the explosion of Home Video and the hunt for rare titles on VHS. The first viewing of La Planète Sauvage, thanks to a cinephile friend, fascinated me with Topor's visionary images. Although I was 14-15 years old, the real revelation of the soundtrack happened years later when I bought the CD. Captivated by its psychedelic and groovy tone, the album perfectly harmonious with my taste for hip-hop, trip-hop, and downtempo, bridged the gap between two musical eras separated by 20 years. The lasting influence of the soundtrack is credited to Goraguer's compositional genius and the contributions of artists captivated by its brilliant avant-garde.


La Planète Sauvage merges different musical genres into a harmonious and innovative sound. Furthermore, the choice of unconventional instruments and their sonic impact is relevant to examine. Would you like to delve into where these influences come from and how they were integrated to create a unique work?

The harmonious and innovative sound stems from Goraguer's ability to bring together his experience as a jazz pianist, pop composer, and arranger for Serge Gainsbourg and Jean Ferrat. He intercepted the musical innovations of his time, such as the development of electronic music generated by analog synthesizers. He delved into both the realms of classical soundtracks and traversed all the contaminations of psychedelic rock (Jimi Hendrix, Pink Floyd, Tangerine Dream) and jazz-funk (Isaac Hayes, Miles Davis, Herbie Hancock). He was also influenced by the surrealistic visions of Roland Topor, a founder of the Panico artistic movement in 1962, along with Alejandro Jodorowsky and Fernando Arrabal. Through eclectic writing, excellent execution by musicians, and recording techniques, he created a work in perfect balance between various influences and contaminations.


La Planete Sauvage has a deep and obsessive quality born from the encounter between acoustic instruments and artificial sounds. Unconventional objects like rattles, cymbals, marbles, voices, vocalizations, or the sound of a wet sponge were used. Different use of the clavinet, guitars between dissonances and wah-wah and fuzz-laden riffs with plenty of reverb, noises recorded on magnetic tape, distorted and mystified, and the EMS VCS3 synthesizer used by Robert Pouret and Jean Guérin for producing most of the sound effects were employed in unique ways.



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