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JEAN PATOU: una Nuova Maison con una storia centenaria.

Esistono molti stilisti che non hanno oltrepassato la nomina di icone della storia della moda ma che nonostante la loro visionarietà hanno dato un contributo ben più grande ad essa, elegendoli pioneri di un movimento.


Uno tra questi é Jean Patou, stilista parigino.


artwork di Giorgia D'Onofrio

Dopo aver trascorso vari anni nella conceria di famiglia, all’età di ventitré anni crea un marchio tutto suo che però fu costretto ad interrompere con l’avvento della Prima Guerra Mondiale.

Al ritorno dal fronte, riapre la Maison Jean Patou e le sue prime creazioni si inebriano dei viaggi che ha compiuto nei Balcani e in Oriente prendendone ispirazione, liberando le donne dalla schiavitù dei corsetti e lanciando una linea sportiva con gonne a pieghe e completi in jersey dai motivi geometrici, perfette da indossare in città, anticipando avveniristicamente i tempi. Il suo onirico sguardo lo porterà ad eleggere come musa del movimento la campionessa del tennis Suzanne Lenglen.


“Le donne sentono la necessità di infrangere una concezione del vestire che non le rappresenta più e Jean Patou è dalla loro parte. Il couturier propone un nuovo modo di vivere l’abbigliamento, coniugato con l’idea del divertimento e del relax. In poche parole... La libertà.”

Fu il primo ad inventare il Monogramma intervenendo con le sue iniziali su costumi da bagno in maglia.

Da grande esteta e amante della cultura crea il bar dei profumi, un luogo dove Jean Patou propone cocktail e fragranze di sua invenzione, sopratutto unisex, in collaborazione con Baccarat e Van Cleef, che ne disegnano i flaconi, offrendo alle cliente e ai loro consorti un’esperienza mistica.


La stampa lo definisce "l’uomo più elegante d'Europa", un uomo mondano, sempre in movimento e proiettato nel futuro.



artwork di Giorgia D'Onofrio

Morto nel 1936 per un fatale ictus, la Maison viene tramandata a grandi nomi della moda come: Marc Bohan (1926), Karl Lagerfeld (1958) e nel 1963 il timone passa in mano a Michel Goma e proprio in questa Maison inizia la carriera di Jean Paul Gaultier.

Nel 1974 le redini della direzione vengono affidate ad Angelo Tarlazzi che rievoca il nome della Maison grazie ai suoi abiti-fazzoletto realizzati con foulard di seta annodati. Arriviamo agli anni ottanta con Christian Lacroix che gioca con combinazioni cromatiche stravaganti e rievoca le ispirazioni orientali tanto amate dal celebre Patou.


Alla fine del mandato di Lacroix la Maison Jean Patou cessa di esistere, fino all’acquisizione nel 2018 dal gruppo LVMH che semplifica il nome in PATOU e affida la nomina creativa della maison Guillaume Marc Damien Henry. Il nuovo Direttore Creativo rivoluziona la maison creando un nuovo capitolo tramite la realizzazione di collezioni pret-à-porter femminili ispirate all’Haute Couture.

Linee semplici ma di spessore, il suo gusto nel considerare le piccole cose dell’ordinario creano eleganza e bellezza; la figura femminile è sempre al centro di ogni sua collezione, le donne sono le sue Muse.

Il brand PATOU non è destinato ad un commercio di massa e chi lo indossa entra a far parte di un club Parigino esclusivo.


In questi anni dove l’etica dell’ecosostenibilità è importante, la Maison Patou abbraccia il pensiero tramite PATOU WAY; l'obiettivo è di limitare l’impatto ambientale delle loro produzioni riuscendo così ad instaurare un rapporto unico e di rispetto con i loro clienti.

Gli imballaggi per le spedizioni sono realizzati con il 100% di cartone riciclato, i sacchetti sono di cotone biologico certificati GOTS (Global Organic Textile Standard) coltivato con fertilizzanti naturali e con il minimo apporto d’acqua, tutte le custodie degli accessori sono in bio-plastica derivata dall’amido della patata.


Tramite la scansione di un QRcode apposto sulle etichette si può scoprire il dietro le quinte di ogni prodotto, verificandone la totale sostenibilità, partendo dallo schizzo originale e arrivando alla confezione finale del prodotto. Si può inoltre tracciare il lotto di produzione che è principalmente Made in Europe promuovendo e sostenendo le aziende con cui collaborano; ad esempio una delle loro aziende produttrice di knitwear, contribuisce all’integrazione sociale attraverso l’impiego di una comunità di donne in Bosnia-Erzegovina tutelando un’antica arte di lavoro a maglia.


Con la sua collezione SS Ready to Wear 2021 PATOU apre le porte della maison con una sfilata per un pubblico digitale. Grembiuli voluminosi, colletti provenzali e cappellini da marinaio sono i must-have del brand: questa volta Guillaume Henry si è ispirato alla sua infanzia degli anni '80 realizzando una collezione dal mood più sbarazzino e infantile. Così riprende le silhouette esagerate di quegli anni con gonne a palloncino e maestosi fiocchi, riportando alla memoria i lavori di Lacroix per la stessa Maison, rendendo il tutto molto più Couture. La differenza per il giovane designer è nella praticità e nella eco-sostenibilità dei suoi capi, i look leggeri sono versatili e destinati all’uso di ogni giorno.



artwork di Giorgia D'Onofrio

É un grande onore per il mondo della moda avere designer come Guillaume Enry, che oltre ad aver contribuito a ridare vita ad un'importantissima e antica maison è riuscito a comunicare alla sua clientela la consapevolezza e l’importanza dell’essere eco-sostenibili, incoraggiando loro a diventarlo, acquistando un capo 100% etico.


Acquistando Patou.

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