Jack Bags - Panorama Groove
La Sabbia è un’etichetta indipendente di musica elettronica con sede a Milano. Un percorso di ricerca e condivisione. Un progetto open source e decentralizzato.
La Sabbia nasce per conoscere.
Panorama Groove di Jack Bags è un disco arrangiato e suonato da Jacopo Sacchi, missato da
Shari Delorian e masterizzato da Vinx Lacerenza.

Jack Bags aka Jacopo Sacchi presenta Panorama Groove, un disco che attraverso i suoi bassi acid graffianti ci trasporta senza dubbio negli anni ’90. Impossibile da non ballare, l’ultimo lavoro di Sacchi - nonostante sia stato concepito per il club - riesce a coinvolgere non solo il corpo ma anche la mente, grazie ad una fine ricerca sonora improntata sull’utilizzo di strumenti analogici di carattere, suonati con enfasi e determinazione.
“Panorama Groove” apre l’EP proponendo un’atmosfera deep, circondata da sbalzi d’umore melodici. Un pad classico accompagna con delicatezza un lead impulsivo, che dà un tocco di imprevedibilità ad una traccia solida e quadrata.
“District 707” è un omaggio alla leggendaria drum Roland 707, costruita con l’intento di proporre percussioni “sporche” e fuori dagli schemi. Il basso dal cutoff leggermente alto è l’elemento predominante: afferra e trascina con sé l’ascoltatore, dall’inizio alla fine del percorso. Il riff melodico ripetitivo sembra ispirarsi alla rave culture: ipnotizza. Che piaccia o meno, funziona.
“Nighttime Shuffle” è il brano che non ti aspetti. Arpeggi delicati, melodie blues e accordi armoniosi. Una traccia molto più vicina all’elettronica del nuovo millennio, pronta a riproporre la filosofia minimale di Steve Bug e della sua Poker Flat - label di riferimento per molti appassionati della club music. Un viaggio pacato e sereno nelle viscere della notte; riflessioni e ricordi labili. Nighttime Shuffle è il punto di arrivo. La fine della giornata, in cui intemperie e istinti crudi sembrano allontanarsi e svanire nel nulla.

Con “Ancient Places” torniamo sulla pista da ballo, dopo una lunga fuga nella nostra mente. Muoviamo i primi passi, lasciandoci timidamente andare. Non è poi così semplice affrontare la vita reale, dopo essersi nascosti dentro il proprio essere. Un ritorno nei posti antichi, celati e mai abbandonati.
“On The Run”: ecco che riprendiamo a correre e sfrenarci. Abbandoniamo le paure e riabbracciamo le volontà più segrete. Una progressione ritmica audace.
“Airport Security” rappresenta la conclusione di questa esperienza. Ricerchiamo l’equilibrio instabile tra razionalità e istintività. Un momento in cui, a volte, siamo noi stessi, altre, scappiamo. Richiami interiori e barriere esteriori. Ognuno riesce a trovare la propria instabile sicurezza da sé: tanto ricercata quanto delicata.
Jack Bags racconta l’uomo nostalgico del nuovo millennio, pronto a rifugiarsi nei ricordi e nelle speranze. Una ricerca continua fra sonorità del passato e visioni del futuro.

https://lasabbia.bandcamp.com/album/panorama-groove
Tracklist: A1 Panorama Groove A2 District 707 A3 Nighttime Shuffle B1 Ancient Places B2 On The Run B3 Airport Security
Quali strumenti hai scelto di utilizzare nella composizione di questo tuo ultimo disco, che sembra proporre sonorità in grado di riportarci indietro nel tempo?
Intanto ti/vi ringrazio, dato che, da amante di un certo gusto vintage, il fatto che la mia musica porti l’ascoltatore indietro nel tempo è un cosa che non posso prendere che come un complimento. Non ho optato per una selezione a priori per quanto riguarda gli strumenti che ho utilizzato in questo disco. Ho utilizzato quello che utilizzo solitamente per la mia produzione musicale, ovvero una serie di drum machine 80’s come tr707 e tr606 e sintetizzatori anni ’70 e ’80 come sh09 e juno106, più qualche effetto boss sempre anni ’80.
Cosa si cela dietro la grafica dell’artwork? Cosa o chi ti ha ispirato?
Il disco è nato assieme alla Sabbia, l’etichetta che l’ha prodotto, nel senso che la selezione dei brani è stata fatta assieme a loro. Avendo optato per una selezione di tracce abbastanza eterogenea, la chiave di lettura che mi è sembrata più logica e immediata è stata quella del groove come comune denominatore di tutti i brani, da qui il titolo del disco.
Il concetto della grafica è nato in seguito alla decisione del titolo; l’idea, molto semplice, è quella di offrire un percorso di generi e sonorità, quindi una sorta di viaggio.
Un’estetica che mi ha sempre molto catturato è quella delle compagnie aeree degli anni ’70 e ’80 e, trattandosi di viaggio, mi sono ispirato a quel tipo di grafiche per la copertina del disco, utilizzando elementi che erano molto ricorrenti in quegli anni. In oltre ho scelto di tenere il planisfero come elemento centrale della grafica, così che potesse anche sembrare un omaggio alla copertina del disco di Arpanet “Wireless Intenet”, per me fonte di infinita ispirazione
Quanto è importante, oggi, riproporre sfumature del passato che possano farci rivivere certi periodi musicali ormai lontani? Può questo aiutarci ad affrontare in maniera più consapevole, forti delle nostre radici, il futuro?
Io penso che il fatto che qualcuno riproponga certe sfumature del passato può, in qualche modo, essere utile affinché un certo gusto non vada perso, e, benché filtrato dal presente, può essere un buon ponte di unione temporale. Uno strumento che ad alcuni può essere utile per comprendere meglio ed apprezzare certe cose del passato.
Detto questo, la mia scelta non vuole avere nessun tipo di connotazione storico/culturale. La musica è qualcosa che mi piace fare, e, nel tempo, ho capito che la maniera che più mi è affine e mi permette di esprimere al meglio il mio gusto è attraverso l’uso di un certo tipo di strumenti, questa è l’unica scelta reale dietro al mio uso di strumenti.
Non credo affatto che ciò che uno usa per fare la musica, ne determini la qualità o il valore. Anzi, è fondamentale che ognuno ricerchi il proprio linguaggio musicale.