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IN CONVERSATION WITH: WALTER PRATI - PARADE ELECTRONIQUE 2020

Updated: Nov 20, 2020

Dopo il primo appuntamento Ritratto di una città - Musica elettronica che racconta il suono di Milano abbinata a reinterpretazioni pittoriche – trasmesso in video streaming sabato 14 novembre sul canale YouTube di MMT Creative Lab, questo venerdì, 20 Novembre 2020, alle h. 18:30 andrà in onda Maderna Moderno - laboratorio sulla storia e sulle attività dello Studio di Fonologia della Rai con un particolare focus sul lavoro di Henry Pousseur.


Abbiamo avuto il piacere di parlare con il direttore artistico di "Parade Electronique", Walter Prati.


PARADE ÉLECTRONIQUE 2020 -“Ritratto di una Città - Maderna moderno” è un progetto che si è ispirato all’opera “Ritratto di città, un esperimento di prosa radiofonica condotto da Luciano Berio e Bruno Maderna su un testo di Roberto Leydi. All’origine di tutto c’è l’idea produttiva di realizzare un documentario radiofonico raccontando la vita di Milano attraverso un testo recitato, la registrazione di rumori della città e le tecniche di elaborazione sonora tipiche della musica elettronica dell’epoca. Il “nostro Ritratto di una città” parafrasa proprio quell’opera che allora spalancò la porta a decine di compositori sulle possibilità tecniche e artistiche della musica elettronica e che ancora oggi è riferimento essenziale per gli appassionati di musica tecnologica.





Il mio percorso, dal punto di vista musicale è molto molto vario perché da giovane ho suonato e mi sono avvicinato a tanti generi musicali. Sono comunque partito dal Rock. Diciamo che alla fine degli anni settanta ci sono mondi musicali molto differenti. Rock con il jazz d'avanguardia miscelato con la musica elettronica. Un percorso molto tormentato dal punto di vista delle etichette.

Questo da un lato ha reso tutto un po' più difficile perché quando non sei ben identificabile, non sei "amico di nessuno".

Diciamo che non è che sia stato l'unico; mi sono trovato in una compagnia abbastanza nutrita in questo mondo musicale underground, senza nessuna esclusiva. Poi ad certo punto l'incontro con con degli altri musicisti e il conservatorio hanno un po' diciamo ridimensionato e strutturato diversamente la mia carriera che comunque è rimasta sempre legata e ondivaga tra la composizione e l'improvvisazione nella musica elettronica. Sono stati sempre i miei grandi interessi e, alla fine degli anni Ottanta questo interesse tra improvvisazione ed elettronica, ha portato dei risultati molto buoni. Ho incrociato la mia esperienza artistica con quella di musicisti, diciamo di una generazione prima della mia: Giancardo Schiaffini, un trombonista compositore che ha lavorato con Luigi Nono per tutti gli anni 80 fino alla scomparsa del compositore veneziano oppure con Evan Parker che è stato uno degli innovatori della scena inglese del jazz dell'improvvisazione e quant'altro.


Con loro alternativamente abbiamo fatto un lungo percorso di 30 anni - anzi qualcosa di più - producendo tante cose.


Etichette differenti, etichette molte alternative o etichette invece molto istituzionali come CM, Ricordi. Insomma è un panorama molto ampio. Alla fine degli anni 80 insieme a questo percorso artistico, abbiamo fondato un'associazione a Milano che opera dal 1990. MMT (musica musicisti tecnologie) alla quale abbiamo aggiunto, circa 10 anni fa, questa idea del Creative Lab.


Perché in realtà abbiamo sempre coinvolto sempre di più musicisti di diversa estrazione per elaborare appunto un po' anche nuove tematiche dal punto di vista estetico. Diciamo che è sempre stata la mia attività. Poi sono insegnante di musica elettronica al Conservatorio.


In che modo ti sei avvicinato alla musica elettronica?


In un modo abbastanza rocambolesco. Avevo circa 13 anni e avevo chiesto come regalo di Natale un disco. Non avevo bene idea di chi fosse però era di Jimi Hendrix. C'erano dei compagni in classe che ne parlavano e appunto, dato che non potevo essere da meno anch'io, volevo un disco di Jimi Hendrix. Assolutamente per caso mi regalano Electric Ladyland, album doppio il cui primo pezzo, in realtà è un pezzo molto breve e dove ci sono dei nastri con delle voci che girano al contrario e quindi da lì ho detto "Cioè cos'è questa roba?" Mi ha letteralmente fulminato e quindi è da lì che è partito tutto quanto.


Diciamo che la cosa che dicevo all'inizio circa la mia non collocazione rispetto a dei mondi musicali nasce un po' da questo fatto. Da un'esperienza di questo genere. Per cui andavo a cercare un chitarrista, trovo un'altra cosa per caso e le due cose combaciano, no? E poi da lì ovviamente tutto è nato un po' alla volta.



Quindi possiamo dire che nella tua vita è molto presente la sperimentazione, come dimostra poi Parade Electronique..


Anche quello è un'idea di sperimentazione, siamo alla quarta edizione, ma nel corso di tutti gli anni '90, e primi 10 anni del del nuovo secolo abbiamo sempre prodotto ciclicamente rassegne che avessero questo spirito, di fare degli esperimenti. Tendenzialmente questo tipo di iniziative le abbiamo sempre fatte su Milano.. In realtà come associazione, come gruppo abbiamo lavorato un po' ovunque. Abbiamo avuto collaborazioni sia in Italia che un po' in tutto il mondo, nel senso che portavamo poi le nostre le nostre produzioni. Come organizzatori.

Milano è sempre stato il nostro centro.


Fino a quest'anno, dove è stato tutto spostato on-line e quindi, anche voi state sperimentando questa cosa "nuova"


Assolutamente, da un lato è vero che è complicato dall'altro ci siamo trovati a dover ad esempio riconfigurare questa prima serata - che è stata sabato - la quale ha avuto un aspetto molto positivo. Abbiamo dovuto reinventare qualcosa e vedere se quello che avevamo in mente potesse avere un senso e un riscontro.

E' interessante anche modificare il nostro punto di vista perché comunque bisogna creare una relazione con qualcuno che non è lì e soprattutto in un posto che non è un posto. Che non è quel posto che tutti noi siamo siamo abituati a frequentare che è il teatro, il club dove c'è un certo tipo di prospettiva, di visione ma è uno schermo. Le cose che funzionano in un club piuttosto che in un teatro piuttosto che in uno spazio che comunque abbiamo in qualche modo costruito, non funzionano in uno schermo da computer o peggio ancora da un telefonino. Non è che bisogna piegarsi allo schermo del telefonino, però ecco un po' bisogna dire di sì.


Tornando quindi alla realizzazione poi di Parade Electronique di quest'anno. In che modo avete trasportato questa esperienza su una piattaforma streaming? Cosa deve aspettarsi lo spettatore?



Rispetto a un concerto tradizionale, non so cosa si aspettavano. Quello che si è trovato sabato è stata la presenza di un trombettista Mario Mariotti che andava in giro per Milano. Lo spettacolo originariamente era strutturato in questo modo: C'erano tre rivisitazioni prettamente elettroniche. Il musicista elettronico ha i suoi controller, al massimo un giradischi. La sua modalità formativa, non è come quella di uno strumentista tradizionale e quindi in questo senso c'era l'esperienza immersiva dell'ascolto che poteva coinvolgere il pubblico. Allo stesso tempo abbiamo pensato che la presenza di un musicista che comunque esprimeva da un punto di vista così performativo un'azione più chiara, più tradizionale sarebbe stato utile e quindi questo trombettista creava degli intermezzi tra una parte e l'altra di elettronica passando in questo spazio tra il pubblico e interpretando la città col suono della tromba. Per cui lui questa funzione la avuta perché l'abbiamo in qualche modo trattato elettronicamente. La sua presenza c'era e stava sempre in luoghi della città differenti a suonare, ad interpretare attraverso il suono acustico - anche un po' elaborato - della tromba. Creava questa alternanza con invece la presenza molto statica dei musicisti elettronici che in questo caso è stata abbinata a dei video.






Ad esempio l'ultimo brano di Bienoise che si chiama "Ritratto di Isola" riguarda il quartiere Isola di Milano. Ci sono degli elementi molto interessanti, sia musicalmente che dal punto di vista del video. Per cui l'abbiamo trasportato in quel modo. Anche in teatro ci sarebbero stati degli inserti sia video ma soprattutto con le immagini di questo pittore milanese scomparso un po' di anni fa, in realtà milanese di adozione Piero Leddi che ha dedicato una buona parte delle sue opere a Milano e quindi c'erano questi ritratti di Milano o di parte di Milano che in alcuni casi abbiamo sovrapposto alla Milano di oggi. Abbiamo giocato molto sull' aspetto visivo.




Invece il laboratorio che ci sarà Venerdì?


Quello diciamo che è più complicato. Il laboratorio presuppone il fatto che ci siano delle persone che partecipano e che con le quali si fa insieme .

In realtà si è trasformato in un incontro, una lezione a più voci. E' interessante perchè l'argomento sarà lo studio di fonologia della RAI e la composizione di questo musicista belga Henri Pousseur che nella fine degli cinquanta creò questa composizione presso gli studi di fonologia della RAI in Corso Sempione. Una composizione molto particolare perché lui preparò 32 tracce diverse con del materiale costruito da lui. Del rumore bianco, una cosa molto noise.

Ci sarà poi la presenza di Maddalena lovatti che attualmente è colei che gestisce l'archivio di fonologia della RAI e che ha quindi seguito negli ultimi anni tutto il processo di archiviazione, per cui diciamo che conosce a fondo la storia dello studio di fonologia. Ci sarà un intervento di Veniero Rizzardi, musicologo che ha lavorato molto sui progettistiche che riguardavano la documentaristica radiofonica, perché la spinta definitiva nella costruzione del laboratorio di Fonologia fu appunto questo documentario radiofonico: "ritratto di città"


E' un racconto di una giornata, di Milano attraverso un testo e attraverso i suoni ambientali e suoni elettronici. Questo progetto è stata la cosa che ha fatto decidere i dirigenti RAI per la costituzione effettiva del laboratorio e quindi c'è appunto anche un mondo di carattere estetico, ma anche di motivazione socio-culturale per cui poi la funzione della radio ha avuto un hai ancora un peso molto importante nella comunicazione oggi.


Poi ci sarà un intervento di uno studente del conservatorio di Como che ha avuto l'opportunità di accedere alle tracce singole di quest'opera e che realizzato una sua versione. Racconterà questa sua esperienza della quale ascolteremo qualche minuto. Infine ci sarà un mio intervento conclusivo che fa un po' riassunto. Ho organizzato una patch con un controller perchè c'è una possibilità più concettuale, di reinterpretarlo attraverso l'improvvisazione. Una breve dimostrazione sulla possibilità di creare nuove versioni del brano.




"Fa un grande effetto vedere che nessuna delle grandi istituzione legate alla musica colta, alla quale Maderna era parte, abbia mai ricordato e celebrato una ricorrenza così significativa”.


Per quanto riguarda il modo in cui MMT Creative Lab ha sviluppato il progetto, oltre al riferimento musicale di Maderna, elemento fondamentale è stata la scelta di proporre una riflessione sulla percezione della Città.


MMT Creative Lab (Musica Musicisti Tecnologie) si occupa della ricerca musicale, dello sviluppo della cultura musicale e dell'applicazione di tecnologie innovative alla musica e nuovi media. L'unicità dell'opera di MMT Creative Lab si fonda sul concetto cardine di intendere la musica, in tutte le sue applicazioni, come elemento fondante per il benessere di ogni persona e per una crescita più armonica della società. La convinzione che l'ascolto e la pratica della musica possano portare ad una migliore qualità della vita è alla base di tutte le iniziative.


L'evento è gratuito.

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