Il 23 e 24 settembre a Roma, negli Studi di Cinecittà, torna Spring Attitude, il festival internazionale di musica e cultura contemporanea giunto alla sua dodicesima edizione. Il sottotitolo di Spring Attitude 2023 è Naturae, plurale latino che sottende a una molteplicità di voci, di persone, suoni e atmosfere che da sempre abitano il festival e che in esso coesistono felicemente. Tra queste voci, ce n'è una in particolare che non vediamo l'ora di sentire: è quella di Bluem, al secolo Chiara Floris, giovane cantautrice e produttrice sarda, che a Maggio ha rilasciato il suo ultimo progetto discografico "nou".
In attesa di vederla sul palco di Spring Attitude sabato, in compagnia di Christian Löffler, i Fuera, gli HVOB e i nostri cari amici Moderat, questo è quello che ci ha raccontato.
Ciao BLUEM, e benvenuta su t-mag
Come hai concepito l'idea di "nou" come un progetto introspettivo ed evocativo? Cosa ti ha ispirato a creare un'opera senza un fine ultimo?
“nou” è nato dopo un lungo periodo di riflessione, con l’intenzione di essere un progetto fatto per sperimentare, provare cose nuove senza il pensiero di eventuali pretese o aspettative, da parte degli altri ma soprattutto da me stessa. L’esigenza è nata proprio dal fatto di venire da un progetto che aveva creato un minimo di attenzione sul mio nome e di non voler assolutamente condurre un passo successivo con la sola intenzione di accontentare chi aveva ascoltato “NOTTE”.
Il titolo "nou" ha un significato speciale per te. Puoi condividere con noi cosa rappresenta per te questa parola e come ha influenzato la tua musica?
“nou” significa “nuovo” in sardo. Per me è stato una promessa. Ho scelto questo titolo prima di cominciare i brani proprio perché tenessi a mente che il mio ruolo come artista è quello di crescere ed andare avanti, di cercare sempre la contemporaneità nel mio linguaggio e di non fermarmi dove avevo ottenuto delle soddisfazioni solo per accontentare un pubblico già esistente. Non è da me rimanere entro una comfort zone.
Oltre al featuring con Yasmina, hai coinvolto diversi collaboratori nel processo di produzione di "nou". Puoi raccontarci come è stata l'esperienza di lavorare con loro e come hanno contribuito all'album?
E’ stata un’esperienza molto interessante più che altro perché, pur avendo una visione chiara, ho voluto lasciare spazio creativo alle persone coinvolte nelle collaborazioni. Il mio problema prima di “nou” è sempre stato quello di rimanere molto rigida sulle mie convinzioni e di non dare troppa fiducia agli altri. In questo progetto invece ho scoperto che quando si scelgono persone che si stimano e con cui si sente un’affinità artistica ed umana, difficilmente la collaborazione non varrà il rischio. Ho anche scoperto che una visione, quando è forte e ha una buona guida, non si perde e non si indebolisce solo perché viene portata a termine a più mani. Adele Madau, Arssalendo, Giumo, Milo Merah, Yasmina, Bawrut, Malakay, Francine Perry, sono stati tutti nomi fondamentali alla realizzazione di questo disco, pur contribuendo su aspetti diversi (chi sulla produzione, chi sulle proprie strofe, chi sul mix, eccetera).
"nou" è un mix di suoni contemporanei che però richiamano anche la tradizione della Sardegna, ad esempio nei personaggi che si incontrano nei testi. Come hai bilanciato queste influenze tradizionali con elementi più moderni nella tua musica?
E’ stato molto naturale, ho un attaccamento forte alla Sardegna perché rappresenta chi sono e sono affascinata in generale molto dalle storie antiche. Nonostante ciò non rimango mai ancorata nelle cose passate, le guardo con ammirazione ma non con nostalgia. Mi piace scoprire cose nuove continuamente ed integrarle a quello che faccio. Penso che un attaccamento morboso a ciò che è stato non sia mai sano. Bisogna aprirsi alle novità e ricordare che ciò che rimpiangiamo e glorifichiamo un tempo è stato nuovo, e in quanto nuovo probabilmente non subito compreso e ampiamente criticato. E’ facile assecondare qualcosa dopo che ha già ricevuto l’approvazione di tutti.
Puoi condividere una storia o un momento particolare che ha influenzato una delle canzoni?
Il brano di chiusura, “Sula”, è dedicato a un personaggio del libro “Passavamo sulla terra leggeri” di Sergio Atzeni. Sula era una ragazzina che viveva nell’antica civiltà sarda e che non voleva conformarsi al rito che definiva la vita di una giovane donna in quel contesto. Voleva essere giudice, non voleva essere scelta. Non racconto l’intera storia perché penso che tutti dovrebbero leggere quel libro e scoprirla da sé. In ogni caso quello spirito ribelle è molto rappresentativo dell’intero progetto.
Hai detto che "nou" è un album di ricerca che esplora le geografie dell'elettronica. Quali sono state le sfide più grandi nell'esplorare nuovi suoni e stili musicali?
Esploro sempre vari tipi di suono, poi ad un orecchio esterno il progetto può risultare più su una direzione che su un’altra, però io ho sempre vari punti di riferimento, anche molto lontani gli uni con gli altri, a guidare la realizzazione. Non mi sento un’esperta di nessun genere, ascolto tantissima musica indiscriminatamente. Forse è proprio questo distacco dalle definizioni che mi permette di prendere un po’ degli spunti dovunque e metterli al servizio di quello che sto facendo senza dare un peso eccessivo alla reference. L’ostacolo più grande per me è sempre quello di assicurarmi che il suono rimanga il mio, nonostante gli spunti e le ispirazioni. Non vorrei mai suonare come qualcun altro, anche quando adoro il progetto, non avrebbe senso.
Puoi raccontarci di più su come hai scelto il concept visuale di nou (e dei tuoi scatti) e come pensi che contribuiscano a comunicare il messaggio e l'atmosfera dell'album?
Ho voluto scegliere prima di tutto Valeria Cherchi come spalla in questo progetto perché, dopo l’uscita di “NOTTE”, siamo entrate in contatto e abbiamo scoperto i progetti l’una dell’altra con molto piacere. E’ nata subito una grande complicità e, nonostante siamo due teste dure, o meglio due teste sarde, siamo riuscite a trovare la chiave per realizzare degli scatti che complementassero il progetto. Il procedimento in realtà è stato molto inusuale. Abbiamo dovuto scattare ad Agosto con le poche risorse che avevamo, girando per vari luoghi della Sardegna con un team senza sapere esattamente cosa sarebbe successo. Dall’idea iniziale abbiamo spaziato tantissimo, ci siamo adeguati e modellati in base alle esigenze. L’album non era nemmeno finito al tempo, quindi alcuni scatti sono stati abbinati dopo. Nonostante ciò sono molto fiera del lavoro e grata a Valeria per averne preso parte. Penso che la chiave che lo ha fatto funzionare è il fatto che entrambe, con i nostri progetti creativi, cerchiamo di fare un velato tributo alle nostre storie e tradizioni con un piede saldo nel presente. Anche Ida Lissner, artista danese che ha creato le copertine digitali dei singoli, è stata fondamentale nel creare un collante tra l’ascolto e la parte visiva.
Ti vedremo tra poco a Spring Attitude, un palcoscenico noto per la sua diversità e innovazione artistica. Cosa puoi anticiparci riguardo alla tua performance e come hai preparato questo spettacolo?
Sto preparando delle leggere variazioni rispetto allo spettacolo che ho portato in giro per tutta l’estate. A differenza del tour di “NOTTE”, con “nou” sto portando un live full band che si trasforma di volta in volta e si sta evolvendo insieme al rapporto con i musicisti e tutti coloro che ne prendono parte. La parte visiva, realizzata con Claudio Spanu, rimane un aspetto fondamentale della performance. Non vedo l’ora di salire su quel palco.
C'è un artista o un progetto di Spring Attitude con cui ti piacerebbe collaborare in futuro?
Beh direi i Fuera, perché no? Abbiamo già fatto due brani insieme ma non mi stanco mai di collaborare con loro.
ENG VERSION
On September 23rd and 24th in Rome, at the Cinecittà Studios, Spring Attitude returns, the international festival of music and contemporary culture in its twelfth edition. The subtitle of Spring Attitude 2023 is "Naturae," a Latin plural that implies a multiplicity of voices, people, sounds, and atmospheres that have always inhabited the festival and coexist happily within it. Among these voices, there is one in particular that we can't wait to hear: it's the voice of Bluem, also known as Chiara Floris, a young Sardinian singer-songwriter and producer who released her latest music project "nou" in May.
While waiting to see her on the Spring Attitude stage on Saturday, alongside Christian Löffler, Fuera, HVOB, and our dear friends Moderat, here's what she told us.
Hello BLUEM, and welcome to t-mag.
How did you conceive the idea of "nou" as an introspective and evocative project? What inspired you to create a work without a final purpose?
"nou" was born after a long period of reflection, with the intention of being a project made for experimentation, trying new things without the thought of any expectations or demands, not only from others but especially from myself. The need arose precisely from coming from a project that had created some attention around my name and not wanting to take the next step with the sole intention of pleasing those who had listened to "NOTTE."
The title "nou" has a special meaning for you. Can you share with us what this word represents for you and how it influenced your music?
"nou" means "new" in Sardinian. For me, it was a promise. I chose this title before starting the songs to remind myself that my role as an artist is to grow and move forward, to always seek contemporaneity in my language, and not to stop where I had achieved satisfaction just to please an existing audience. It's not like me to stay within a comfort zone.
In addition to the featuring with Yasmina, you involved various collaborators in the production process of "nou." Can you tell us about the experience of working with them and how they contributed to the album?
It was a very interesting experience, mainly because, despite having a clear vision, I wanted to leave creative space for the people involved in the collaborations. My problem before "nou" was always being very rigid in my convictions and not trusting others too much. In this project, I discovered that when you choose people you respect and with whom you feel an artistic and human affinity, collaboration is hardly ever a risk. I also discovered that a vision, when it's strong and well-guided, doesn't get lost or weakened just because it's carried out by more hands. Adele Madau, Arssalendo, Giumo, Milo Merah, Yasmina, Bawrut, Malakay, Francine Perry, all played fundamental roles in the realization of this album, each contributing in different ways (some on production, some on their verses, some on mixing, etc.).
"nou" is a mix of contemporary sounds that also evoke the tradition of Sardinia, such as the characters encountered in the lyrics. How did you balance these traditional influences with more modern elements in your music?
It was very natural; I have a strong attachment to Sardinia because it represents who I am, and I'm generally fascinated by ancient stories. However, I never stay anchored in the past; I look at it with admiration but not with nostalgia. I like to continually discover new things and integrate them into what I do. I think a morbid attachment to what has been is never healthy. We must open ourselves to novelty and remember that what we once longed for and glorified was new at the time, and as something new, it probably wasn't immediately understood and widely accepted. It's easy to go along with something after it has already received everyone's approval.
Can you share a story or a particular moment that influenced one of the songs?
The closing track, "Sula," is dedicated to a character from Sergio Atzeni's book "Passavamo sulla terra leggeri." Sula was a girl who lived in ancient Sardinian civilization and didn't want to conform to the ritual that defined the life of a young woman in that context. She wanted to be a judge; she didn't want to be chosen. I won't tell the whole story because I think everyone should read that book and discover it for themselves. In any case, that rebellious spirit is very representative of the entire project.
You mentioned that "nou" is an album of exploration that delves into the geographies of electronica. What were the biggest challenges in exploring new sounds and musical styles?
I always explore various types of sound, and to an external ear, the project may appear more in one direction than another. However, I always have various reference points, even very distant from each other, guiding the realization. I don't consider myself an expert in any genre; I listen to a lot of music indiscriminately. Perhaps it's precisely this detachment from definitions that allows me to draw inspiration from various sources and put them at the service of what I'm doing without giving too much weight to the reference. The biggest obstacle for me is always ensuring that the sound remains mine, despite the inspirations and influences. I would never want to sound like someone else, even when I adore a project; it wouldn't make sense.
Could you tell us more about how you chose the visual concept of "nou" (and your shots) and how you think they contribute to conveying the message and atmosphere of the album?
I wanted to choose Valeria Cherchi as a collaborator in this project first and foremost because, after the release of "NOTTE," we got in touch and discovered each other's projects with great pleasure. A strong bond was immediately formed, and despite both of us being strong-willed, or rather, both being Sardinian, we managed to find the key to create shots that complemented the project. The process was actually very unusual. We had to shoot in August with the few resources we had, traveling to various locations in Sardinia with a team without knowing exactly what would happen. We ranged widely from the initial idea, adapting and shaping ourselves according to the needs. The album wasn't even finished at the time, so some shots were matched later. Despite this, I am very proud of the work and grateful to Valeria for being a part of it. I think the key that made it work is the fact that both of us, with our creative projects, seek to pay a veiled tribute to our stories and traditions while firmly rooted in the present. Ida Lissner, a Danish artist who created the digital covers for the singles, was also essential in creating a connection between the listening experience and the visual aspect.
We'll see you soon at Spring Attitude, a stage known for its diversity and artistic innovation. What can you tell us about your performance, and how have you prepared for this show?
I'm preparing some slight variations compared to the show I toured with all summer. Unlike the "NOTTE" tour, with "nou," I'm bringing a full band live performance that transforms from time to time and is evolving along with the relationship with the musicians and everyone involved. The visual aspect, created with Claudio Spanu, remains a fundamental part of the performance. I can't wait to get on that stage.
Is there an artist or project at Spring Attitude that you would like to collaborate with in the future?
Well, I would say Fuera, why not? We've already done two songs together, but I never get tired of collaborating with them."