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5 anni di Funclab


Funclab è un collettivo audio-video di Milano che vuole lasciare il segno.

Un collettivo che ha celebrato il 9 Dicembre 5 anni di vita.

Tutto è partito dal loro quartiere Loreto-Pasteur, oggi NoLo, per poi raggiungere tutta la città.

Feste in location non convenzionali, produzione curata al dettaglio, una comunicazione fluida sempre innovativa; sono gli strumenti che hanno reso Funclab una delle più forti event series.

Un tour in van in giro per l'Europa per portare la loro musica nelle radio e nei record store che compongono la rete musicale europea; il collettivo è da sempre nemico di uno stile di vita sedentario e alla ricerca di continui input creativi.

Il percorso installativo invece è iniziato al Salone Del Mobile nel 2016 con "Cathodic Jungle", opera che oggi si trova nella galleria d'arte Sampling Moods.

Diversi i brand con cui ha collaborato questo gruppo di lavoro:

Hanno reinterpretato più volte l’iconico Swoosh logo, primo su tutti in occasione della maratona evento all’Autodromo di Monza “Breaking 2” attraversando i concetti di movimento, velocità e riutilizzo.

Per il noto brand tedesco a tre strisce hanno realizzato una video-scultura che trattasse il progressivo shift dal giorno alla notte, la loro interpretazione ha visto Milano scomposta in settanta micro-aree rappresentando i vari quartieri della città, nei materiali, nella luce e nel suono.

Lo studio d'architettura Parasite 2.0, nel 2021, ha curato un radio show, commissionato da Jerszy Seymour in occasione di Life on Planet Orsimanirana al MK&G Hamburg Museum. Un'occasione per approfondire la visione di un radio show come un insieme di suoni - elementi di base di un'architettura più complessa.

Questi sono i confini artistici e le traiettorie creative disegnate dai ragazzi di Funclab fino adesso.

Ora conosciamoli meglio con una self-itw dove si interrogano su ciò che è stato e quello che sarà.



Turenne: Jack, Lore sono passati cinque anni dalla fondazione di Funclab. Oggi cosa è un collettivo per voi?


Lorenzo: Nel corso degli ultimi anni ho notato un aumento della nascita di collettivi artistici, secondo me è una conseguenza legata anche ai social media. È sempre più difficile creare coesione e collaborazione nei gruppi, viviamo in un mondo iper competitivo, individualista e precario, condividere e unire le forze può essere la chiave di volta.


AYCE: Per me collettivo significa saper essere flessibili e trasversali ma mantenendo ognuno il proprio ruolo.

Saper collaborare con timeline strettissime, saper ottimizzare.

Cercare di elevarsi individualmente per elevare anche il progetto, e viceversa.

Ad oggi avere un collettivo multidisciplinare probabilmente è la cosa migliore se consideriamo eterogeneità di offerta e complessità del mercato, infatti come dice Lore sono nati parecchi collettivi negli ultimi due-tre anni, soprattutto in ambito digital.

Complice sicuramente anche la pandemia.


AYCE BIO: Turenne, di cosa va più fiero rispetto al percorso artistico prima e dopo il tuo primo album?


La cosa di cui sono più fiero è il processo di produzione musicale che ho consolidato, il metodo fa più della metà del processo di produzione.

Negli ultimi anni siamo riusciti ad implementare il nostro studio, sia il lato hardware che quello acustico.

Un orecchio sensibile si renderà conto dell’upgrade che abbiamo realizzato nelle nuove produzioni.





Lorenzo: Jack, con House Dust Mate, insieme a Prev, hai dato sfogo a tutto il tuo studio, dedizione e ricerca per la house music. Sai già che genere vuoi "trattare" nel tuo prossimo disco?


Jack: House Dust Mate è appunto nato dall’incontro tra il mio background e quello di prev, io arrivavo da anni di produzione house e hip-hop, lui era completamente dedito a fare beats.

Questo mix è una cosa che vorremmo mantenere nel tempo, lasciando spazio ovviamente a qualsiasi tipo di contaminazione.

Funclab ha come reference discografica label tipo Stones Throw, Ninja Tune, Leaving Records e XL per citarne alcune.


No, non lo so/sappiamo.


Prev: Esatto, usiamo anche altri alias per esplorare generi specifici, per ora abbiamo all’attivo solo un remix di una traccia di Turenne dall’album “Tender Heart From The Lagoon”, ma presto rilasceremo altro.

Abbiamo sicuramente intenzione di toccare più generi mantenendo la nostra visione.


Turenne: Lorenzo, come immagini il prossimo anno di Funclab?


Per il 2022 abbiamo in serbo diverse novità, non voglio anticipare troppo ma sicuramente proporremo più eventi live e diversificheremo ancora di più la nostra offerta musicale.


Lorenzo: Tommi, Jack la festa che volete più di ogni altra cosa al mondo e che ancora non siamo riusciti ad organizzare?


Tommi: Sicuramente riunire tutta l’estetica perseguita in questi anni sotto forma di festival, trattando dalla musica alle installazioni, un piccolo Sonar a Milano.

Purtroppo il Covid ha rallentato le cose ma ormai sono due anni che vorremmo organizzare il nostro, spero potremo darvi più informazioni al più presto.




Tommi: Jack, come possiamo spiegare l’esigenza di far dialogare da sempre musica, grafica, installazioni e moda?


Jack: Ci definiamo e ci definiscono multidisciplinari. Lo siamo da prima del Covid, da prima che l'aggregazione fosse avvertita come pericolosa e la nostra creatività inscatolata tra quattro pareti.


Moda, grafica, musica e installazioni sono sempre stati gli strumenti che veicolano una certa idea di estetica, una certa ricerca, una certa reference culturale, una certa direzione.

E noi come collettivo sentiamo di dover esplorare tutti questi linguaggi, con dinamicità e intraprendenza. Un festival potrebbe racchiudere tutto quello che vogliamo comunicare.


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